Le famiglie di Gaza con cui sono in contatto, quella di Dina e Rami e quella di Maysaa, sono sopravvissute a questi giorni terribili, anche se le loro case sono andate distrutte.
Da venerdì scorso (27 ottobre), quando Israele ha tagliato la connessione, ho temuto il peggio, non avendo avuto loro notizie fino a ieri (1 novembre).
Maysaa mi ha detto che dopo che l’esercito Israeliano ha detto loro di andare e sud per evitare i bombardamenti, si sono ritrovati sotto le bombe proprio dove era stato indicato di spostarsi.
Dina anche mi ha risposto solo ieri. Nel frattempo ho scritto anche a Rami, suo marito, che si trova a Gerusalemme con la figlia Asia, per curarla all’ospedale, evidentemente da prima dell’inizio dell’attacco del 7 ottobre. Mi ha detto di essere stato arrestato, detenuto per un giorno e portato a Betlemme, mentre era a Gerusalemme, senza alcuna accusa o motivo, se non il fatto di essere un abitante di Gaza.
Dal mio amico di Ramallah e da tante altre persone che ho sentito, che si trovano in Cisgiordania, arrivano messaggi di sofferenza: al senso di impotenza per quello che succede a Gaza, si aggiunge l’escalation di violenza in Cisgiordania, dove, a quanto pare, i coloni sono stati ulteriormente armati dal governo israeliano e sta aumentando il già alto numero di persone uccise, da coloni ed esercito. Tra questi, ovviamente, tantissimi civili, come da sempre accade.
All’angoscia si aggiunge il senso di abbandono da parte dell’Occidente, che non vuole trattare con fermezza la situazione, per chiedere un cessate il fuoco, né dare il giusto nome a quello che sta accadendo: un genocidio e una pulizia etnica.
Vi giro l’intervento di Samera, una ragazza italo-palestinese che vive a Ramallah, a Radio Onda D’urto di settimana scorsa.
Segnanlo l’importante contributo che sta dando l’organizzazione BuildPalestine per raccogliere fondi per Gaza. BuildPalestine mette in contatto i sostenitori di tutto il mondo con progetti di base e di impatto sociale qui in Palestina. BuildPalestine sta aggiornando settimanalmente un elenco di campagne di soccorso urgenti e di organizzazioni a cui è possibile donare per sostenere Gaza: Sono considerate organizzazioni affidabili, poiché in grado di ricevere denaro e utilizzarlo sul campo.