A inizio giugno, a meno di due settimane dall’alluvione, un tratto di argine crollato di circa cinquanta metri è stato ricostruito, con lavori di somma urgenza. Ci sono voluti tre giorni e quasi centocinquanta viaggi di mezzi pesanti. Per due giorni la spola è stata fatta da un’azienda civile, l’ultimo giorno è stato mobilitato l’esercito, su indicazione del Comune di Faenza. L’esercito aveva mezzi adatti a trasportare quelle grandi quantità di terra lungo tragitti accidentati e infangati. Nella mia idea di Stato che ripudia la guerra, nonché nella mia visione anti-militarista del mondo, non vedo uso migliore dei corpi dell’esercito, se proprio dobbiamo averne e pagarli: capacità di coordinamento, mezzi, preparazione fisica, tempo e risorse economiche per contribuire a risolvere una situazione di emergenza.