Hebron è considerata una città fantasma.
I coloni israeliani hanno occupato molte ex case palestinesi, anche nella città vecchia, e vivono sempre scortati da soldati israeliani, in modo da poter agire impunemente con violenza contro la popolazione autoctona della città. Nella città vecchia molti appartamenti ai piani superiori sono stati occupati. I coloni israeliani lanciano rifiuti dalle loro finestre sulla popolazione locale. Per potersi proteggere i palestinesi hanno montato delle reti che separano il piano strada dal resto dei piani. I rifiuti rimangono sulle reti per anni.
Nella città vecchia sono tantissimi i negozi che si trovano chiusi, sbarrati, spesso con ancora dentro i materiali e le merci.
In questo ambiente difficile da vivere, l’ultima fabbrica di Kufiya continua a produrre questo simbolo del patrimonio della cultura palestinese e araba. Le sue decorazioni ricordano le reti da pesca, simbolo della vita dei palestinesi prima che l’occupazione negasse loro l’accesso al mare, le rotte commerciali che attraversano la Palestina e le foglie d’ulivo, simbolo di forza.
Insieme alle fabbriche di Kufiyah si trovano tantissimi laboratori di lavorazione del vetro, ceramiche, terracotta. Hebron, nonostante tutto, è ancora oggi un centro economico importante, simbolo della resistenza e della resilienza palestinese a un’occupazione violenta che penetra le vie della città le case e crea anche qui posti di blocco e checkpoint.