Cronache dalla Palestina

photograph: afp

Un passo avanti e tre passi indietro

Due giorni fa la Corte Internazionale di Giustizia si è pronunciata: il Sudafrica ha fornito prove sufficienti per decidere di procedere con il processo per genocidio a Gaza nei confronti di Israele. La difesa di quest’ultimo non è stata, invece, convincente. Probabilmente ci vorranno mesi o anni. Ma un passo è stato fatto.  Quello che, […]

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Wael Al Dadouh - Al Jazeera

Le occasioni perdute dell’Occidente

Purtroppo ancora oggi, dopo 26 giorni, non ho notizie di Maysaa. Ogni tanto le scrivo un messaggio, per cercare di esorcizzare l’idea che lei e la sua famiglia possano essere morti sotto i bombardamenti. Intanto il mio amico di Ramallah controlla regolarmente gli elenchi della Croce Rossa per cercare di avere qualche notizia, ma come

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South Africa - Corte Internazionale di Giustizia

Non vogliamo che si abitui a tutto questo

A Gaza la tragedia non si ferma. Non si è fermata a Natale, non si è fermata a Capodanno. Non si ferma nemmeno in questi giorni in cui il Sudafrica ha portato Israele alla Corte Internazionale di Giustizia per il reato di genocidio. Giovedì 11 gennaio ho ascoltato buona parte della tesi dell’accusa. Mentre ascoltavo,

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Jenin - cartirdge inside a building after the attack by the Israeli army on July 2023

Merda Merda Merda!

Vorrei augurarvi buon anno condividendo con voi un po’ di riflessioni personali che pian piano si sono delineate in lungo flusso di coscienza ormai da diversi mesi e a cui non ho smesso di pensare per tutta la giornata di ieri. Non è detto che le condividiate, ma sento comunque di augurarvi un buon 2024

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La tenda dove dorme Maysaa con la sua famiglia

Ultimi aggiornamenti da Maysaa e Dina

Torno con una buona notizia riguardo a Maysaa. Oggi mi ha scritto finalmente. Dice che sono dovuti fuggire e dubbi stati bombardati. Ora si trovano in una tenda di cui vi giro le immagini che mi ha mandato. Purtroppo invece è stato ucciso il marito della figlia maggiore di Dina. Non ho ulteriori dettagli al riguardo.

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Bethlehem separation wall - Shireen Abu Akleh graffiti

Una morte annunciata

Purtroppo da mercoledì scorso ho perso i contatti con Maysaa. L’ultima conversazione risale ad allora, quando le ho inviato nuovamente la donazione che non le era giunta nei giorni precedenti. Il suo profilo WhatsApp dice che l’ultimo accesso fatto risale al 13 dicembre alle ore 18:59. Ho scritto martedì al mio amico di Ramallah se

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Bethlehem Dheisheh Refuge camp - Handala with a bloody pen

L’autorità israeliana ha più paura della penna che dell’M16

Le comunicazioni con Maysaa sono sempre più difficoltose, ma l’altro ieri mi ha scritto questo: “La situazione è molto pericolosa, abbiamo dormito per strada in un camion a causa dell’intensità dei bombardamenti, presto ci trasferiremo a scuola o all’università, il posto è diventato insicuro.” A Gaza la situazione sta peggiorando: ai bombardamenti indiscriminati sulle zone

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Un tratto del muro di separazione a Betlemme. Un graffito rappresenta due mani vestite con due guanti azzurri. In una delle due mani una colomba viene stretta e schiacciata in un pugno, mentre un dito dell'altra mano la spinge all'interno del pugno. Diverse altre scritte circondano il graffito.

Ricercato perché attivista culturale e politico

Dina si trova a Rafah, quindi al confine con l’Egitto.  Purtroppo con Maysaa sono tre giorni che non riesco ad avere contatti, praticamente da pochi giorni dopo la fine della tregua. Nonostante non risponda ai messaggi ho visto che ha fatto accesso a Whatsapp ieri notte questo dovrebbe significare che sono riusciti a evitare i

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Il magazzino dove dorme Maysaa con la famiglia insieme ad altre trenta persone

Siamo in un magazzino con altre trenta persone e senza finestre

Dina mi ha mandato un video in cui si vede la casa di sua sorella andata distrutta. Ho cercato di capire se la sorella si sia salvata o meno. Da quanto ho capito sì. D’altra parte potete immaginare quanto sia tremendo perdere la propria casa e assistere all’uccisione dei propri vicini, come già è successo a

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Jenin refuge camp. A house destroyed by the Israeli Army diring the attack on July 2023

Giorni di follia

Rami, contrariamente a quanto avevo capito precedentemente, da dopo l’arresto continua a trovarsi a Betlemme, non a Gerusalemme, questo significa che Asia, sua figlia, non può fare le cure necessarie per il suo cancro, così come non possono suo fratelle e sua sorella, che si trovano a Gaza e affrontano una sorte anche peggiore. Ognuno

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