Bethlehem Dheisheh Refuge camp - Handala with a bloody pen

L’autorità israeliana ha più paura della penna che dell’M16

Le comunicazioni con Maysaa sono sempre più difficoltose, ma l’altro ieri mi ha scritto questo: “La situazione è molto pericolosa, abbiamo dormito per strada in un camion a causa dell’intensità dei bombardamenti, presto ci trasferiremo a scuola o all’università, il posto è diventato insicuro.”

A Gaza la situazione sta peggiorando: ai bombardamenti indiscriminati sulle zone che Israele stesso aveva indicato come sicure, nonché su scuole e ospedali, si è aggiunta la  pioggia.

Non solo il bollettino dei morti e dei feriti sale, ma anche quello delle persone che si ammalano per il diffondersi di patogeni, inevitabile nelle condizioni in cui stanno vivendo  1.5-1.8 milioni di profughi.

Le fonti governative di Gaza parlano di oltre 50.000 feriti, oltre 18.000 morti, 7.700 persone ancora sotto le macerie, di cui 8.000 bambini, 86 giornalisti e 300 persone del personale medico. Altre fonti parlano addirittura 24.000 morti.

Negli ospedali i medici sono costretti a operare senza anestesia. Spesso le operazioni sono fatte ai bambini. Si tratta di operazioni chirurgiche gravi e difficili. Da Gaza arrivano video e foto crude a riprova di quanto sta accadendo. Arrivano anche video di soldati israeliani a Gaza che per gioco vandalizzano negozi palestinesi, attaccano le ambulanze, umiliano i prigionieri e costruiscono video fasulli in cui costringono civili palestinesi denudati a depositare armi non loro per dimostrare di aver catturato dei “terroristi”.

La diffusione di notizie false da parte di Israele è una pratica che viene utilizzata continuamente da sempre.

Anche la situazione in Cisgiordania è gravissima. Qualche sera fa Casapace ha organizzato una call con il nostro partner di Betlemme. Come raccontavo settimana scorsa è stato arrestato, insieme a suo figlio e suo fratello. Purtroppo la connessione per me era disturbata, per cui mi viene difficile entrare nei dettagli, ma lui ha detto chiaramente di essere stato picchiato e torturato. Le condizioni dei palestinesi nelle carceri è terribile al punto che molti dichiarano di preferire morire piuttosto che tornare in carcere. Il nostro partner invece riesce sempre a sorridere e ironizzare, senza lasciarsi piegare dalla violenza che subisce.

Gli attacchi al campo profughi di Betlemme sono quotidiani, tutti fatti con lo scopo di punire la comunità per il fatto che l’esercito israeliano non riesce a trovare il nipote del nostro partner, colpevole solo di essere un attivista. L’esercito diffonde volantini per mettere la popolazione del campo contro questa persona, ma la comunità è forte e si stringe attorno a lui proteggendolo. Visti gli attacchi continui anche i bambini non stanno andando a scuola.

Inoltre anche i fondi per poter pagare i salari dei lavoratori non stanno arrivando, per cui anche le condizioni economiche stanno peggiorando.

Abbiamo anche scoperto che a Jenin sono state arrestate 100 persone, tra cui il direttore artistico del Freedom Theatre e suo fratello, insieme al produttore. Il Freedom Theatre è una delle realtà che fa parte del viaggio che Casapace organizza tutti gli anni. La loro colpa è quella di fare attivismo culturale e di insegnare il teatro ai bambini di Jenin.

Questo a dimostrazione del fatto che la cosa che più di tutte fa paura all’autorità israeliana è la resistenza fatta attraverso la cultura, la penna, la poesia, l’informazione, la bellezza.

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